Continua il business intorno alla morte di Amy Winehouse, deceduta per cause ancora non del tutto chiarite sabato 23 luglio nella sua casa di Camden Square, a Londra. In attesa di conoscere l'esito degli esami tossicologici (probabile un'overdose stando alla confessione del suo pusher) non si placa il circo degli speculatori che tentano di trarre facili profitti smerciando i materiali privati dell'artista.
Così, mentre impazzano le ragioni di mercato, dall'annuncio di un film biografico con possibile interprete Lady Gaga fino all'inevitabile compilation di inediti raffazzonati in vista del Natale, Mitch Winehouse denuncia un furto nella casa londinese della figlia. Spariti versi di canzoni inedite, diari, lettere e carte private, oltre a un cospicuo numero di non meglio precisati effetti personali.
Il padre della fragile cantante soul si è detto sotto shock, mentre Scotland Yard cerca di vederci chiaro in questo atto di sciacallaggio: nel periodo intercorso tra la morte dei cantanti e la denuncia, soltanto una ventina di persone avrebbe avuto libero accesso all'appartamento di Camden Square.
Se il materiale al momento è diffcilmente commercializzabile, gli scritti e i memorabilia sono articoli indubbiamente molto richiesti dal mercato nero dei collezionisti.
Quel che è certo è che familiari, manager e produttori cercano di fare cassa come possono: se in Italia poco dopo la morte è già in circolazione l'instant book sulla Winehouse e dirigenti del suo staff a poche ore dal decesso mettevano in circolazione scadenti e inediti bootleg di standard jazz, il materiale sparito dall'appartamento potrebbe essere una miniera di soldi facili se ben sfruttato a livello editoriale.
Operazione già vista nel 1994 con la morte di un'altra icona come Kurt Cobain e i fiumi di inchiostro che ha fatto scorrere spalmando i vent'anni successivi all'uscita di Nevermind di discutibili e probabilmente superflue pubblicazioni con disegni, schizzi su post-it, poesie sgangherate e scarabocchi buttati su quaderni.
Cosa questo profluvio di materiale privato abbia aggiunto alla sua produzione artistica non è chiaro, mentre è evidente come abbia gonfiato il conto in banca di eredi e titolari dei diritti. Forse il furto, malgrado tutto, può donare ad Amy Winehouse una memoria più decorosa, legata solo alla sua stringata ma significativa produzione discografica.
fonte: mentelocale.it
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