lunedì 25 luglio 2011

Grande Mela: via libera alle nozze gay


Lo Stato di New York ha aperto alle nozze gay. Il giorno tanto atteso è arrivato per centinaia di coppie che domenica hanno potuto dire "sì" all'ombra dell'Empire State Building. Il primo matrimonio è stato celebrato, a mezzanotte, alle cascate del Niagara che si sono tinte dei colori dell'arcobaleno per fare da scenario all'unione tra Kitty Lambert e la sua compagna Cheryle Rudd, nonne di 12 nipoti.


La prima coppia a sposarsi a Manhattan è stata quella di Phyllis Siegel, 76 anni, e Connie Kopelov, 84 anni, conviventi da 23 anni. Kopelov è arrivata in sedia a rotelle, ma si è alzata in piedi per dire il suo "sì". "Sono senza fiato", ha confessato Siegel al termine della rapida cerimonia. La legalizzazione dei matrimoni omosessuali a New York, il sesto e più grande Stato americano ad autorizzare le nozze gay, è considerata come una vittoria simbolica del movimento per i diritti degli omosessuali in America. In una sola giornata sono stati celebrati ben 823 matrimoni.

Proteste in tutto lo Stato
Mentre le coppie gay festeggiavano, migliaia di persone hanno manifestato in numerose città dello Stato di New York contro le unioni omosessuali. Il senatore dello Stato, Ruben Diaz, unico democratico a votare "no" quando la legge è stata approvata, ha detto alla folla radunata vicino alle Nazioni Unite che lui e altri oppositori tenteranno di far annullare i matrimoni, dicendo che i giudici hanno violato la legge non rispettando i tempi obbligatori legati all'entrata in vigore.

"Oggi inizieremo la battaglia! Oggi inizieremo la guerra!", ha detto. Proteste si sono svolte anche a Manhattan, Buffalo, Rochester e Albany, dove i dimostranti hanno chiesto un referendum sulla questione. A poca distanza dagli uffici del governatore Andrew Cuomo, i cartelli dei manifestanti recitavano: 'Fateci votare' e 'Scomunicate Cuomo'. Un dimostrante, Steve Rosner di 65 anni, ha spiegato: "Sono qui nel nome di Dio, perché santificare i matrimoni tra persone dello stesso sesso è un abominio".

fonte: tgcom

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