giovedì 11 agosto 2011

Come far durare di più la nostra abbronzatura


Mentre vi sono persone che ancora devono recarsi in vacanza, molte persone, esaurite le ferie sono tornate alla vita lavorativa di tutti i giorni. E per la maggior parte di loro, soprattutto coloro che si sono recati al mare, il problema consiste nel far durare di più l’abbronzatura ottenuta. Oggi daremo qualche consiglio su come ottenere tale risultato, specificando fin da subito che sono vietate lampade e creme autoabbronzanti.
Quello che per noi infatti è il segno distintivo di una bellezza ricercata sottoponendoci con cura ad un vero e proprio bagno di sole è in realtà né più né meno una forma di difesa che il nostro corpo attua per difendersi dai raggi ultravioletti, che a contatto con la nostra pelle stimolano nelle sue cellule la produzione di melanina, un pigmento cutaneo che il nostro organismo produce naturalmente.

E’ proprio la melanina a filtrare ed assorbire i raggi solari impedendo che essi ci creino danni. Ricordate la regola del tre? E le protezioni necessarie per non rimanere scottati? Il nostro organismo ha bisogno di tre giorni per rendere pienamente attiva la barriera di melanina. Circa 72 ore nelle quali devono essere prese precauzioni specifiche per difendere la nostra pelle e mantenerla idratata. Ed è necessario ricordare che a seconda del fototipo di appartenenza, la pelle necessita di maggiore o minore protezione.
Cosa fare per mantenere l’abbronzatura? Prima di tutto sfatiamo il mito: non è l’acqua a lavare via l’abbronzatura, quanto dei detergenti aggressivi che rischiano di seccare troppo la pelle, portando ad una “esfoliazione” non necessaria. Il migliore alleato per una abbronzatura duratura è l’idratazione della pelle: è quindi importante utilizzare un doposole o una crema idratante almeno due volte al giorno. Sebbene sia stato recentemente scoperto che il betacarotene non aiuti a mantenere la pigmentazione della pelle o a favorirla, è un ottima sostanza idratante e può rivelarsi una alleata se contenuta in unguenti di tale tipologia.

fonte: medicinalive.it

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